Meteora – Teorema
Ecco un anagramma strausato ed abusato; chi si diletta a risolvere l’antologia di Edipo e le altre rubriche della Settimana Enigmistica e delle altre riviste popolari, probabilmente l’avrà già incontrato.
Ci occuperemo del termine “meteora”, nell’accezione che indica metaforicamente un fenomeno o una moda passeggera, in questo caso dell’autore della canzone “Teorema”. Correva l’anno 1981 quando usciva un mini long playing di Marco Ferradini, un disco piuttosto strano perché contenente soltanto quattro canzoni, due per lato. Di queste quattro canzoni tre andarono presto dimenticate, mentre Teorema oltre ad andare incontro ad un successo clamoroso, entrò definitivamente nella memoria collettiva; il brano descrive l’esperienza di un uomo, evidentemente reduce da una delusione sentimentale particolarmente forte, il quale riflette da “uomo ferito” su come bisognerebbe comportarsi con una donna, per ottenere il suo amore. La voce narrante afferma che se si adotta un comportamento troppo affettuoso, caloroso o romantico, ciò si rivelerà deleterio in un rapporto; invece, al contrario, un comportamento sprezzante e distante può aiutare ad avere successo. Il testo però si conclude con l’intervento di una seconda voce narrante che smentisce quanto detto finora: il primo narratore parlava così solo a causa del fallimento del suo rapporto amoroso; ma in realtà non esiste una legge universale che indichi come comportarsi nei legami affettivi. La canzone è anche citata nel film “Chiedimi se sono felice” dei comici Aldo, Giovanni e Giacomo, in una gag ambientata in un supermercato, nella quale si ribadisce l’inadeguatezza sociale di chi non ne conosce il testo a memoria.
Marco Ferradini è stato una vera e propria meteora; il grande pubblico lo conosce soltanto perché associa il suo nome a “Teorema”. Pochi sanno invece che ha inciso una decina di altri dischi e che, come corista, ha partecipato all’orchestra 4+4 di Nora Orlandi ed alle sigle di Atlas Ufo Robot e Capitan Harlock.
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